Cosa è la sharing economy?

È tempo di condividere! Lo dimostra la nascita e lo sviluppo di nuovi modelli economici basati sulle relazioni e la collaborazione. E' il caso della sharing economy, un sistema per scambiare beni, servizi e competenze fra pari che sta portando una vera e propria rivoluzione. Si caratterizza per il contatto diretto fra domanda e offerta, tramite siti web: un passaggio in auto, un posto dove dormire, un attrezzo da lavoro ecc. Sharing Economy può tradursi, letteralmente, con “economia della condivisione” ed è un’espressione che vuole privilegiare un nuovo modello economico che parta dai reali bisogni dei consumatori.

I modelli della nuova economia

Un modo per incoraggiare questo nuovo tipo di economia sarebbe quello di mettere a disposizione strutture, risorse e servizi per dare spazio alle idee e alle persone, per esempio favorire gare e premi per le startup innovative, creare luoghi d’incontro fra imprenditori sociali. In altri paesi si sta lavorando in questo senso: incentivare e sostenere le progettualità utili per le comunità.
Nella pratica, si sono creati 4 modelli di nuova economia a seconda della tipologia dello scambio:

    • Il primo è quello fra pari, quando i membri di una comunità partecipano in maniera gratuita alla costruzione di un bene comune, come wikipedia;
    • Il secondo è quello del dono, come lo scambio di casa;
    • Il terzo è l’affitto, in cui si richiede il pagamento in denaro, come AirBnB e BlaBlaCar
    • Il quarto è quello meno sharing, ossia lo scambio su richiesta on-demand in cui l’utente richiede un servizio immediato di tipo commerciale, come Uber. In quest’ultima tipologia siamo già nella “Gig economy”, l’economia dei lavoretti più che nell’economia della collaborazione.

Quasi tutti i settori del mercato sono interessati dall’economia collaborativa, che ha messo sul mercato dei non professionisti che forniscono servizi. A livello geografico i paesi maggiormente attivi nella sharing economy sono quelli del nord Europa. Germania e Gran Bretagna, nello specifico, registrano più di 50 imprese già operative sul mercato, Olanda e Spagna tra 15 e 30, Italia e Polonia meno di 25.

Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025. Un valore 20 volte superiore a quello attuale e cresciuto del 77 per cento fra 2015 e 2014, e in grado di assicurare alle piattaforme che operano in questo ambito nel vecchio continente ricavi per 83 miliardi di euro.

 

Esperienze di economia del dono

Riuso, riutilizzo, condivisione: l'esperienza de “Il formicaio”

 
Riuso, riutilizzo, condivisione: sono queste le priorità delle tante realtà imprenditoriali nate negli ultimi anni che utilizzano le tecnologie per un modello di economia circolare. Tutto ciò è sempre avvenuto, ma con lo sviluppo dei social media si son sviluppate piattaforme online che facilitano l’incontro tra utenti e privilegiano l’accesso ai beni.
È inoltre un modo per riutilizzare oggetti, condividerli con altri piuttosto che comprarli e usarli solo una volta l’anno. Un' esperienza attiva e laboriosa che opera nella città di Lecce è quella de “Il Formicaio”, un’Associazione di Promozione Sociale formata da un gruppo di giovani amici che ha attivato, tra l'altro “Il Bazar del dono”, uno spazio dedicato sia a chi vuole liberarsi di oggetti che non usa più (purché siano belli e in buone condizioni!), sia a chi è alla ricerca di pezzi di seconda mano utili per le proprie esigenze. Ecco come gli stessi organizzatori raccontano la loro esperienza.

Condivisione della mobilità: l'esperienza di Equostop

 

Un progetto che unisce i principi della sharing economy con la modalità sostenibile e la lotta all’inquinamento si chiama Equostop e ha l’obiettivo di “riempire” le auto in circolazione puntando sulla creazione di una comunità solidale.
L’obiettivo che sta alla base di Equostop è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera limitando le auto in circolazione grazie alla costruzione di un rapporto fiduciario tra chi guida un mezzo e chi ha bisogno di un passaggio, facendo così entrare in gioco l’economia della condivisione!

L’iniziativa è di grande attualità, poiché la politica internazionale ha intrapreso la strada del contenimento delle emissioni e, conseguentemente, della temperatura globale. Ecco un breve video che spiega come si è sviluppata l’iniziativa!

‘Io ti ospito e tu mi insegni’: il nuovo modo di viaggiare gratis

È il concetto alla base della piattaforma Bed&Learn. Un modo nuovo di mettere in contatto le persone che vogliono viaggiare in tutto il mondo senza spese di alloggio, offrendo servizi come corsi di lingua, cucina, fotografia. E più in generale tutto quello che, sempre in termini di saperi, si vuole barattare in cambio di ospitalità gratuita. Un'idea tutta italiana che ha, inoltre, il fine di creare una community internazionale non solo di amanti dei viaggi, ma anche di individui interessati ad approfondire la conoscenza di persone confrontandosi con altre culture. Andiamo a vedere nello specifico come funziona.
 

Vitto e alloggio in cambio di poche ore di lavoro agricolo giornaliero:  il wwoofing

 
Il wwoofing è la nuova frontiera dei viaggi low-cost ed eco-friendly. L’obiettivo principale dell'Associazione di volontariato WWOOF Italia è quello di diffondere e condividere la quotidianità in campagna, secondo i principi dell’agricoltura biologica.
Essa mette in rete grandi e piccole realtà agricole disseminate sul territorio nazionale che mettono a disposizione dei wwoofer i propri spazi di vita e di lavoro, promuovendo la diffusione di idee e pratiche per un sano equilibrio fra l’uomo e la natura.
Chi desidera prendere parte a quest’esperienza avrà inoltre l’opportunità di incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo, mosse dal medesimo desiderio di condividere la quotidianità rurale e di conoscere stili di vita in armonia con la natura.